CHI È L'ORCO?

L'Orco accompagna ormai da millenni l'immaginario di molte culture, delle quali è divenuto un ospite fisso. Vive nelle metafore del linguaggio comune e spesso rappresenta un termine di paragone: mangiare come un orco, voce da orco…
Per i latini Orcus era il dio della morte e degli inferi, ma anche un essere fortissimo. Per i greci era Kronos, il dio delle origini, oppure
lo Scita, abitante dei confini del mondo; nella simbologia etrusca rappresenta l'abisso, il dio della morte che inghiotte il sole.
L'orco si è trasferito dagli inferi pagani, dove era sinonimo di spavento, alle fiabe, ove vive una vita più tranquilla e talvolta ritirata.
Mantiene tuttavia legami con il mondo degli inferi: nel rapire fanciulle e le porti nel suo "regno oscuro", ripete il mito del ratto di Proserpina. L'orco che nelle fiabe mangia i bambini, nei poemi cavallereschi di ieri divorava gli uomini, sradicava querce e, come oggi, aveva un fiuto infallibile. Da sempre, dunque, presente nelle leggende, nei poemi, nelle filastrocche, ha una funzione fondamentale nella fiaba, quella d'incarnare il male o l'avversario, come molte altre figure: Mostro, Gigante, Uomo Invisibile, Drago, Diavolo, Stregone, Mago, Barbablù, Uomo Nero, Uomo del Sacco, Ba Bau, Guje, Mago, Ghul, ecc. La funzione del male è svolta anche dal lupo, dalla strega, dal serpente e poi dai rappresentanti dell'umanità: la matrigna, le sorelle e i fratelli malvagi, le sorellastre, i fratellastri e così via.
Non esiste un tipo preciso di Orco, ma diverse figure e tipologie, che però possono essere ricondotte alla configurazione dell'Orco, seppur con elementi e particolari diversi.

Può essere un essere selvaggio o più o meno "civilizzato", avere dimensioni gigantesche o presentarsi poco più grande d'una persona, avere un'enorme forza o quanta un uomo comune, sembrare più una bestia o più un uomo, essere addirittura una bestia, un diavolo o un drago, o un mostro indefinito. A volte si presenta a pezzi cadendo giù da un camino e poi si ricompone.
Spesso ha occhi enormi, anche se in alcune fiabe ci vede poco; anche la bocca può essere grande e i denti lunghi e aguzzi. Ha un ottimo fiuto soprattutto per la carne umana. Ha una voce cavernosa e tonante che passa monti e vallate.
In alcune fiabe l'orco ha un pelo lunghissimo che, se tagliato, porta l'orco alla morte. Il suo corpo può essere ricoperto di peli o penne.
La casa dell'orco può essere ovunque nelle nostre terre: nel bosco, nella foresta paurosa, in una vecchia stamberga isolata, in grotte o capanne, in acqua, sottoterra o in magici castelli.
Nella sua dimora ci può essere un pentolone sempre pronto per cuocere i bambini o un luogo dove tenerli prigionieri. Spesso è sposato con un'orchessa che, a volte, è crudele come il marito, altre è più buona ed aiuta le vittime dell'orco; talvolta la coppia ha dei figli.
Egli può possedere degli oggetti magici dove mette tante cose o dei sacchi dove infila bambini e bambine. Spesso è molto stupido e viene raggirato dalla moglie o dagli stessi avversari. Per la sua stupidità a volte si procura la morte o viene ucciso dai suoi persecutori.
L'orco è la commistione di molti elementi e tale figura viene ad essere spesso coniugata con altre che rappresentano, in una comunità e in un determinato periodo la morte, il pericolo, l'orrore, la malvagità, ecc.
La paura che ispira l'orco è significativa della paura dell'Altro, ma riflette anche la paura dell'Io.
Questo personaggio è una rappresentazione dell'immaginazione collettiva che ha attraversato i continenti ed è arricchito dalle immagini prese dal folklore popolare di cui personifica le paure.

La nostra scuola ormai da anni propone tra le sue attività i laboratori di educazione interculturale durante i quali tutti gli alunni e gli insegnanti sono impegnati a scoprire la storia, le tradizioni, i canti, i balli, le fiabe e i racconti dei popoli di alcune aree geografiche, anche con la collaborazione di genitori e mediatori.
I laboratori vedono la partecipazione di tutti gli alunni, suddivisi in 5 gruppi eterogenei, ciascuno costituito da circa 23 ragazzi di classe 1^, 2^, 3^, 4^ e 5 e condotto da due o tre insegnanti.
Ogni laboratorio affronta i diversi aspetti culturali di un paese del mondo.
Nel corrente anno scolastico, in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, i docenti, sentita l'assemblea degli alunni, hanno deciso di aderire al Concorso "L'ITALIA DELLE FIABE. IN VIAGGIO CON LE FIABE ITALIANE DI ITALO CALVINO".
A partire dalla fiaba "L'Orco con le penne" contenuta nella raccolta "Fiabe italiane" di Italo Calvino, si sono prese in esame altre fiabe:

  • Il Brahmino e il Demone, per il Bangladesh,

  • L'Hombre del Saco e il Güije per Cuba, Heina
  • e il Ghul per il Maghreb, Ilona Fatabella per la Romania.
  • Il gruppo dell'Italia, dopo la lettura di una fiaba diffusa in Veneto, Barba Zucon, ed il confronto con altre fiabe simili, contenute nella raccolta di Italo Calvino, ha fermato la sua attenzione su "L'Orco del Tavaran Grando e Bavaria" .


La figura dell'orco, ben nitida nel testo dell'Orco con le penne, prende sembianza di zio cattivo in Barba Zucon, si trasforma in demone nella fiaba bengalese, diventa mostro in quella Maghrebina, uomo con il sacco e uomo nero e brutto (Güije) a Cuba, Mago e Strega in Romania.
È comunque sempre una figura presente, anche se nel tempo e nello spazio le sue sembianze, abitudini e caratteristiche assumono aspetti diversi. È stato interessante lavorare su questo personaggio e soprattutto è stato importante, per i bambini, vedere come si intrecciano i fili delle storie che ci portano in giro per il mondo a incontrare la stessa figura raccontata sotto diversi punti di vista e scoprire quanto sono numerose le somiglianze e quanto affascinanti le differenze tra le diverse culture.
Molti bambini, oggi, dicono di non aver mai sentito raccontare dai genitori, fiabe sull'orco, altri ne conoscono qualcuna, tuttavia nel loro immaginario questo personaggio è molto simile a quelli visti in televisione, come appare da alcuni dei disegni prodotti.
Oltre ad aver letto, confrontato e rappresentato in sequenza le fiabe, tutti gli alunni hanno potuto drammatizzarle legando ad esse alcune canzoni e danze, a completamento del lavoro sui 5 Paesi del mondo prescelti .

Questa versione web è molto ridotta rispetto all'originale, disponibile in DVD presso la sede della scuola. Cliccare sull'immagine che interessa.

Cuba   Romania
  Italia  
Bangladesh   Marocco

 

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